domenica 16 ottobre 2011

critica del giornalista PIER EMILIO ACRI

Antonio D’Amico può essere definito a buon diritto  il pittore della memoria collettiva - termine coniato negli anni Venti del XX secolo dal filosofo e sociologo francese  Maurice Halbwachs - cioè del ricordo o, meglio, dello “insieme dei ricordi - come insegna lo storico Pierre Nora - più o meno consci, di un’esperienza vissuta o mitizzata da una collettività vivente della cui identità fa parte integrante il sentimento del passato”.
Memoria collettiva anche e soprattutto come rispetto e ammirazione verso un vissuto basato sul lavoro dei campi, su di una civiltà contadina abbandonata da un progresso-regresso di valori, sull’attività dei “bracciali” (leggasi braccianti) del tempo che fu, i quali da madre natura traevano il sostentamento senza sfruttarla ma utilizzandola con devozione. E allora Antonio D’Amico propone alla nostra mente e al nostro cuore, dipingendolo con amore, l’ulivo secolare presente nella nostra storia e nella nostra cultura, viva e vera scultura lavorata dal tempo a dagli elementi naturali. E con dolcezza il Nostro raffigura il “dolce di Rossano”, una varietà molto pregiata di ulivo da cui scaturisce un olio delizioso e amabile. L’ ulivo di D’Amico troneggia sui rigogliosi prati della terra calabra con alle sue spalle quell’azzurro mare da cui vergine nacque Venere.
Il paesaggista D’Amico, sempre nel rispetto della memoria collettiva propone e ripropone alla nostra vista la Rossano Antico, la “Bizantina”, con i suoi monumenti, le sue chiese, le sue grotte lauriti che: antica “fortezza” di civiltà e cultura, Patria dei Santi Nilo e Bartolomeo.
Antonio D’Amico con le sue opere pittoriche splendenti come luminoso è il suo animo e del di lui genitore - il caro e indimenticato Luca - che lo ha avviato alla rappresentazione del mondo sulla tela, oggi, nel rispetto dei canoni dell’arte vera e pura, trasmette quanto egli ha acquisito in anni di sperimentazione  a contatto con altri “colleghi”, muovendo dal “Piccolo Rinascimento Rossanese”, attraverso la fantastica esperienza della “galleria sotto le stelle” (leggasi murales).
Pier Emilio Acri  - Giornalista e scrittore


domenica 24 luglio 2011

Antonio D'Amico con lo scrittore Coriolano Martirano 2011

costone olio su tavola

ANTONIO D’AMICO Figlio del compianto Luca , che è stato il coordinatore del Gruppo Artisti Rossanesi.Antonio è il più giovane dei pittori Rossanesi che hanno scelto di costituire, in modo solidale, una libera compagine di artisti. Formatosi alla scuola del padre, come lui predilige lavori di impianto paesaggistico,natura morta e il figurativo usato sempre per raccontare, per fermare sulla tela un incontro, lo svolgersi di un evento umano. Questo va detto perche’ anche gli accesi colori delle sue tavole , questa maniera di recuperare come supporto anche stipiti e vecchie assi, si riferisce a un dialogo ininterrotto dell’artista con le “cose” umane, ponendo la sua opera come ponte tra vecchio e nuovo, tra uso quotidiano e messaggio pittorico.Antonio ama la grande superficie, ma anche lo scorcio, il motto, usando la tradizione come dettato di un canone leggibile, sicche’ulivi e campi, terre e dirupi, ma anche tronchi e oggetti di uso comune, diventano supporto per un dialogo franco con la gente che guarda i quadri,intessendo sempre un feeling che invita a guardare la natura, ad alzare gli occhi al cielo
. Coinvolto in rassegne e collettive , ormai ha una storia artistica di tutto rispetto e lavora nella vita come pittore. Per dare la taratura delle sue qualità umane oltrechè pittoriche, ha dato il suo contributo al Progetto Educativo-Artistico che si è svolto negli Istituti Penitenziari.


Gegè Nastasi